I Castelli delle Langhe



CASTELLO DI GRINZANE CAVOUR
I vigneti da queste parti sono quanto di più prezioso possa esserci: è per questo, forse, che il castello sembra vegliare dall'alto sulle infinite distese di filari. Imponente dall'esterno, rivela grazia e gusto al suo interno: la Sala delle Maschere è un piccolo capolavoro voluto da Pietrino Belli, consigliere di stato di Emanuele Filiberto di Savoia. Ma queste stanze, più di tutto, serbano il ricordo del suo abitante più illustre, Camillo Benso di Cavour - fu lui a trasformare il maniero in un immenso centro di produzione dei grandi vini di Langa, oggi celebrato dall'Enoteca Regionale Piemontese "Cavour" - e raccontano la storia di un popolo intero, narrato attraverso il coinvolgente e poetico Museo delle Langhe.



CASTELLO DI BAROLO
Protetto da un anfiteatro di colline, quasi a voler preservare l'aria da leggenda che si respira nelle sue stanze: quella della nascita del arolo, il "re dei vini" che, all'epoca d'oro dei Marchesi Felletti, proprio nelle cantine del castello emise il suo primo vagito. La sua esistenza è un susseguirsi di continue trasformazioni: da maniero di difesa a residenza nobiliare di campagna a collegio di religiosi; l'ultima metamorfosi, a breve, lo renderà prestigiosa sede dello straordinario Museo del vino firmato da Francois Confino, chiamato anche a rivisitare la preziosa Enoteca Regionale del Barolo, che proprio nelle storiche cantine del castello ha la sua sede.




CASTELLO DI SERRALUNGA D'ALBA
Inno alla verticalità nella terra dei morbidi orizzonti: proteso verso il cielo, pronto a spiccare il volo dalla sommità della collina. Minaccioso, tradisce con orgoglio la sua funzione militare: spartano negli ambienti interni, oggi come secoli fa, riecheggia degli echi delle battaglie che Pietrino Falletti preparò nelle sue stanze. Severo, ma capace di regalare visioni armoniose: dall'alto delle sue torri la Langa si distende placida e infinita.



CASTELLO DI GOVONE
Qui si respira splendore e sfarzo: il salone d'onore e l'ampio scalone che collega il parco, i pregiati stucchi e le preziose "papier peint" cinesi raccontano di una dimora fastosa, ridisegnata secondo il genio juvarriano sull'impianto medievale di un maniero trecentesco. E un nome, su tutti, riecheggia tra le sue stanze: quello di Jean Jacques Rousseau che qui, giovanissimo, fu chiamato dai Solaro per risistemare la biblioteca.



CASTELLO DI MAGLIANO ALFIERI
Due figure a legarsi alla residenza degli Alfieri. Quella di Vittorio, naturalmente: il giovane rampollo dell'aristocrazia astigiana, futuro poeta e drammaturgo, qui trascorse la sua giovinezza. E quella di Beppe Fenoglio, il romanziere piemontese che nelle pagine de "Il partigiano Johnny", ne evocava l'imponente profilo stagliarsi sui morbidi profili delle colline. Ecco allora la grande storia convivere con quella, meno nota, radicata in tradizioni secolari: è il caso del Museo dedicato ai solai in gesso, caratteristici delle case contadine della zona, ospitato in queste sale.



CASTELLO DI RODDI
Piccolo e prezioso: quasi a volersi celare allo sguardo, si mostra per poi subito nascondersi dietro alla prossima curva. Nato per difendersi, a poco a poco si è di buon grado rassegnato a essere porta splancata sulle Langhe: dalla sommità della collina il panorama mozza il fiato, fotografia da conservare tra le più care. Varcata la sua soglia, quasi inaspettate, altre sorprese: una torre finemente decorata a sovrastare un piccolo, prezioso giardino. Ultime, definitive rese alla bellezza e all'armonia di un castello nato per combattere.



CASTELLO DI MANGO
Un castello dalla "doppia vita", si potrebbe pensare. Nato come fortilizio, ricco di camminamenti segreti che sbucavano in aperta campagna: rude e minaccioso, nessuna concessione a bellezza e fantasia. Diventato residenza di campagna dei marchesi di Busca, s'affrancò dalle sue origini militaresche per diventare un gioiello ammirato da tutti i signori del tempo, arredato con sfarzo al suo interno e apprezzato per il prezioso giardino ricco di piante ornamentali. I grandi vini di queste terre, poi, hanno consegnato al castello un'ulteriore e inevitabile identità: quella di sede dell'Enoteca Regionale del Moscato.



CASTELLO DI BENEVELLO
Se le linee architettoniche sono semplici e lineari, non altrettanto si può dire delle sue vicende storiche: legato alle più importanti famiglie del territorio - dai Falletti ai Chiesa, fino ai Savoia - che via via ne celarono le strutture difensive per trasformarlo in residenza nobiliare di campagna, è giunto fino ai nostri giorni nel segno della figura del Beato Francesco Faà di Bruno e della sua volontà di destinarlo a finalità sociali.

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