Cirella (CS) e la sua isola



Al largo del litorale tra Diamante e Cirella si trova la piccola isola di Cirella, affioramento di roccia calcarea che rappresenta un vero e proprio gioiello ambientale e naturalistico. Si raggiunge facilmente dalla spiaggia antistante, oppure dal porticciolo di Diamante. L’isola è coperta da una rigogliosa macchia mediterranea, che si accende in primavera di splendide fioriture.
Una breve arrampicata conduce alla sommità, dove sono i ruderi di una torre costiera d’avvistamento contro le incursioni piratesche la Torre dell’Isola di Cirella, costruita dai vicerè di Napoli, era di pianta quadrata, di circa 10 metri di lato con muraglie spesse da 3 a 4 metri. Intorno si estende un boschetto di euforbia arborea, il perimetro dell’isola è caratterizzata da grotte, anfratti, piccole insenature e scogliere sommerse che fanno la felicità dei turisti amanti del mare. Lo specchio di mare intorno all'isola di Cirella nasconde ancora reperti archeologici di epoca greco-romana. Il primo rinvenimento avvenne ad opera di un subacqueo dilettante di Paola, Pietro Greco, il quale immersosi per fotografare un branco di pesci ritrovò una grossa anfora incastrata nella parete rocciosa. Un reperto importantissimo che la dottoressa Elena Lattanti, un’esperta di reperti archeologici, catalogò come anfora Dressel del primo periodo, la prima di questo tipo ritrovata in mare. I fondali dal lato est dell’isola sono ricchi di Posidonia oceanica e fra queste anche esemplari di Pinna nobilis che è il più grande bivalve del Mediterraneo ed è una specie protetta.

La storia
Cirella, come entità proturbana, ha origini mitiche, di probabile mediazione corinzia. Ciò è accertato dai resti del tempio di Aristeo, difatti da una relazione Apollo – ninfa Carene era nato il dio agricoltore e pastore, che insegnò agli uomini l’arte dell’innesto, soprattutto su oleastro, l’uso del caglio nel latte, la costruzione dell’alveare. I primitivi ubicarono il culto di Apollo sulla sommità del Pollino, alla sorella Artemide consacrarono l’”Aretemisio” sulla destra del Rosa, ne poteva essere privato d’un santuario il figlio Aristeo, ed eccolo nell’omonima contrada “Arieste”, vicinissimo a quello della madre, la ninfa Carene. E’ probabile, però, che il tempio della ninfa vada identificato con l’attuale chiesa della Madonna dei Fiori. Ciò si desume dal ritrovamento d’un mastodontico colonnato murato nei piedritti della stessa, da spezzoni di colonne posti all’estremità di un muro di sostegno a Sud dell’edificio, da un capitello a fogliame corinzio. Pare che ogni colonna terminasse con un capitello del genere. Il culto di Hera, dall’epiteto di Bunia, “Bounaia”, della collina, era giunto sulla costa a Nord di Cirella, sinistra dell’Abatemarco, dall’Arcocontino, tra l’VIII ed il VII secolo a.C.In insenature, compresa la cirellesi, commerciarono i Fenici, per cui il culto di Carene potrebbe essere stato di mediazione africana. Menziona Cirella Diodoro siculo; Stradone la ubica non lontano da Laos; Silio Italico afferma che, con altre polis della costa, fu distrutta da Annibale; Plinio il Vecchio vi localizza il Parthenius, porto dei Focei (etnia, questa, che aveva partecipato alla guerra di Troia!); la Tabula Peutingeriana la pone all’ottavo miglio a Sud di Laos; Idrisi ne fa un punto di Riferimento per la navigazione araba nel Mediterraneo. Conobbe il Cristianesimo, si vuole durante la predicazione apostolica. Vero è che Cirella nel 649 era diocesi ed il suo vescovo di nome Romano aderì al sinodo lateranense di Martino I.Fu dominio longobardo e più volte distrutta dai Saraceni. Catastrofica l’invasione dell’850 che costrinse i Cirellesi a rifugiarsi in collina. Coi Normanni, a fine XI secolo, avvenne l’incastellamento. Il nuovo agglomerato si costituì intorno al castello, dove conquistatori-avventurieri davano una nuova forma di governo: il feudalesimo jure Francorum. Molte famiglie si succedettero nella baronia, successivamente, ducato di Cirella.Nel 1558 fu fondato il monastero dei Minimi con annessa chiesa di S.ta Maria delle Grazie.Il 28 Marzo del 1568 furono emanati i “Capitoli” o “Statuti” della Terra di Cirella. Alla fine del secolo, una volta dimesse le “imprese” di zucchero, divenne celebre in Europa per la bontà del suo vino, detto “Chiarello”; per l’uva passa e l’olio. Industrializzò le fronde di mirto e di lentisco per la concia delle pelli. Tuttavia, nello stesso secolo, patì feroci assalti turcheschi: noto quelli dell’Estate del 1552 e del Settembre del 1562, per cui si diede inizio alla costruzione della torre (vedetta-difesa) sull’isola. Ma fu atroce quello del 6 giugno 1640 nel quale Cirella fu bruciata e 42 Cirellesi portati via. Le chiese della terra appagavano le esigenze spirituali dei Terrazzani: La Chiesa - madre o di S. Nicola con annessa torre campanaria e piazzetta antistante. Da un “Apprezzo” dei primi del 1600 sappiamo che, all’epoca, vi celebravano 14 sacerdoti, assistiti da chierici e da un gran numero di laici. Nel centro della Terra vi era la chiesa di S.ta Maria della Neve, antichissima, probabilmente precedette il costituirsi dell’agglomerato. Nei primi del 1600 era congrega femminile. Extra moenia, all’inizio della salita, i resti della Chiesa dell’Annunziata, congrega maschile. Annessa al monastero dei Minimi, S.ta Maria delle Grazie, costruita nel 1558 ed ancora in funzione alla fine del XIX secolo.Una chiesetta a botte, S.ta Maria del soccorso, con resti di affreschi. Alla marina era aperta ai fedeli la Chiesetta di San Giovanni e nei pressi un tempio dedicato a Mercurio, non lontano dalle grotte paleolitiche. La chiesetta ed il tempio di Mercurio sono stati distrutti alla fine degli anni ’60. Nei pressi dell’attuale Chiesa Madre di S.ta Maria dei Fiori vi era un monastero di monaci forensi.Il centro medievale, vessato durante le guerre napoleoniche, non sopravvisse alle vicissitudini degli eserciti francesi ed inglesi.Intorno al 1808 Cirella cessò come “Università” autonoma e fu aggregata a Majerà, 1811, fino al 1876, quando, spontaneamente, passò a Diamante, che, inizialmente, assunse la denominazione: “Comune di Diamante – Cirella”.

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