Marinella di Selinunte (TP)
















Situato a metà strada tra i porti di Mazara del Vallo e di Sciacca, il porticciolo di Marinella di Selinunte, originariamente minuscolo borgo di pescatori, è oggi un centro turistico-balneare con spiagge incontaminate e un mare invitante che si estende su un lungo litorale sabbioso nella parte Sud-Orientale del trapanese, posto in un golfetto tra le foci del Selino e del Belice.

Le spiagge del piccolo borgo, tutte attrezzate con lidi e ristoranti aperti sino a tardi, sorgono in posizioni da sogno: il parco archeologico di Selinunte, uno dei siti archeologici più beelli e rappresentativi della civiltà classica (VII-IV sec. a.C.), è uno dei più estesi al mondo, immerso nella grande oasi naturale della Riserva del fiume Belice.
L'itinerario archeologico di Selinunte prevede innanzitutto la visita al grandioso Tempio G, sulla collina orientale; costruito a partire dal V sec. a.C., questo tempio mostra i resti delle sue proporzioni ciclopiche: un perimetro di 113x54 metri e una superficie di ben 6.000 mq. Il Tempio G è probabilmente di natura sacrale (dedicato al dio Apollo), così come gli atri due, E e F, in stile dorico, consacrati rispettivamente a Hera e ad Atena e Dioniso. Sulla collina occidentale, detta della Gaggera, si colloca un altro complesso: il santuario della Malophoros, così chiamato per le piccole statue sacrali femminili raffiguate con un melograno, e il Tempio M. Ci troviamo nello spazio dell'acropoli che ospita, in totale, sei templi di dimensioni più ridotte: il Tempietto delle Piccole Metope (VII-VI sec. a.C.), il Tempio C, decorato con ornamenti floreali, e il Tempio D, sempre in stile dorico. L'acropoli e la città di Selinunte venivano chiuse dalle mura di cinta, i cui resti mostrano ancora le torri circolare e quadrate, e la porta principale. Per completare la visita di questo splendido parco, si consiglia di percorrere la SS 115, oltre Campobello di Mazara: si giungerà alle Cave di Cusa, dalle quali, certamente, provengono i materiali lapidei usati dai Greci per costruire i grandiosi templi di Selinunte. Le Cave di Cusa, insieme a quelle marmoree di Mileto (in Turchia), costituiscono un complesso unico al mondo. Conosciute anticamente come Cave Ramuxara, prendono l'attuale nome dal barone Cusa, un tempo proprietario dell'intera zona.
E adesso, prima che giunga la sera, con il sole alle spalle che crea lunghe ombre dall'aspetto antico, scendiamo dall'acropoli, lasciamo riposare nei nostri occhi quelle pietre e quelle forme che furono storia, come fossero, invece, vecchi ricordi di un nostro personale passato.
Torniamo sulla costa che ci attende al mare che ci accorderà un altro bagno se ne avremo ancora voglia. O più semplicemente, rechiamoci a mangiare qualcosa che ugualmente sa di sapori antichi.


Nessun commento:

Posta un commento