Il 25 agosto 1955 si fece una scoperta eccezionale: fu rinvenuta una porzione di femore appartenente all’uomo di Neanderthal di un individuo adulto, di circa 80.000 anni fa, unico esempio in Italia.
Dopo anni di oblio ed incuria, nel 1990 iniziarono le visite guidate e nel 1997 l’Università di Siena riprese gli scavi. Si rinvenne una stuoia in fibre vegetali integra, di forma quasi ovale con diametro maggiore di 60 cm risalente a 6500 anni fa. Non vi è traccia di pareti quindi si esclude che si trattasse di un cesto. L’intreccio è a spirale con base a chiocciola (tecnica diffusa ancora oggi) mentre il bordo è rifinito da un filo attorcigliato di materiale vegetale che si allunga per fare anche da manico. L’altro manico è purtroppo andato perduto nel corso di scavi clandestini. La presenza di manici le conferisce una probabile funzione di borsa floscia adatta al trasporto di derrate alimentari. Il reperto è straordinario perché è il più antico reperto ad intreccio in Italia ma anche perché reperti del genere si conservano soltanto in zone molto umide e prive di ossigeno o in zone molto aride. Nel 1998 grazie all’uso dei radar si rinvennero due nuovi piccoli ambienti ricchi di stalattiti e concrezioni ma non vi fu il ritrovamento di alcun reperto. Nello stesso anno la Grotta di S. Croce aderì all’Associazione Grotte Turistiche Italiane.
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